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Emicrania nelle donne: fattore di rischio cardiovascolare?

L'emicrania è un disturbo comune e cronico che colpisce sopratutto le donne. Tale patologia ha effetti negativi sulla salute ed è costoso per i pazienti e la società.

 

Esistono numerose evidenze che collegano l'emicrania, in particolare con l'aura, all'aumento del rischio di eventi cardiovascolari

Grandi grandi studi di coorte, grandi meta-analisi, dimostrano che l'emicrania è associata ad un aumentato rischio di ictus ischemico, infarto del miocardio e tromboembolia venosa. E' risultato che sopratutto l'emicrania con aura è associata ad un aumento di ≈2 volte del rischio di ictus ischemico nelle donne ma non negli uomini.

I meccanismi responsabili dell'aumento del rischio di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari negli individui con emicrania non sono completamente compresi e sono probabilmente multifattoriali.

  • In primo luogo, i pazienti affetti da emicrania hanno solitamente una maggiore prevalenza dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolare come ipertensione e dislipidemia.

  • In secondo luogo, l'emicrania, specialmente con l'aura, è una malattia sistemica associata a disfunzione endoteliale generalizzata, e aumento dell'aggregazione piastrinica. Fenomeni che sono alla base anche della formazione delle placche aterosclerotiche nei vasi, responsabili di infarto, ictus ed eventi trombotici.

  • In terzo luogo, il forame ovale pervio (PFO) ha un incidenza molto alta nei pazienti affetti da emicrania (fino al 50% degli emicranici con aura); questo potrebbe rappresentare un substrato patologico per emboli paradossali.

    Questa ipotesi è supportata dai risultati tra i pazienti con emicrania con ictus criptogenetico in cui la prevalenza di PFO con shunt da destra a sinistra si avvicina all'80% .


  • In quarto luogo, l'attacco di emicrania potrebbe essere un fattore predisponente per la tromboembolia venosa a causa dell'immobilità prolungata durante il mal di testa, tuttavia , alcuni studi hanno dimostrato che questa associazione è limitata ai pazienti con emicrania con aura.

  • Infine, i pazienti con emicrania usano frequentemente FANS, che con uso cronico sono anche associati ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari.
  • Ad oggi l’intero processo patologico e le relazioni tra emicrania a malattie cardiovascolari non sono state ancora completamente chiarite e pertanto non ci sono raccomandazioni stabilite per ridurre il rischio cardiovascolare tra i pazienti con emicrania attraverso una terapia specifica. Alcuni studi suggeriscono che una terapia con statine e Vitamina d3 riduce il numero e la violenza degli attacchi di emicrania, cosi come anche una terapia con beta bloccanti ,ma sono necessarie più evidenze per poterne dimostrare la reale efficacia e sicurezza.

    Alla luce dei dati conosciuti finora è importante però riconoscere l'emicrania come un fattore di rischio accertato per eventi cardiovascolari e cerebrovascolari

    I pazienti con emicrania, soprattutto le donne, avendo un rischio aumentato di sviluppare malattie cardiovascolari devono pertanto svolgere un'attività fisica regolare, astenersi dal fumo, adottare un alimentazione più controllata in modo da ridurre quanto più possibile gli altri fattori di rischio tradizionali cardiovascolari (pressione arteriosa, peso corporeo, colesterolo, glicemia, acido urico..) e ovviamente sottoporsi ad accertamenti cardiovascolari



    FONTI:

    "Migraine Headache: An Under-Risk Factor for Cardiovascular Disease in Women".
    Elgendy IY, Nadeau SE, Bairey Merz CN, Pepine CJ; American College of Cardiology Cardiovascular Disease in Women Committee J Am Heart Assoc. 2019 Nov 19;8(22)

     

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